L’agricoltura biologica e biodinamica sono tra le possibili medicine alla febbre del pianeta. L’agricoltura bio, infatti, porta con sé impatti positivi sul clima: se tutte le superfici agricole fossero coltivate con metodi bio, le emissioni di CO2 causate dall’agricoltura potrebbero ridursi del 23% in Europa e del 36% negli Usa. Lo dice uno studio diretto da Andreas Gattinger (FiBL – Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica), il quale ha dimostrato che l’agricoltura biologica permette di fissare nel terreno quantità di carbonio significativamente superiori, con ciò offrendo un importante contributo per frenare il riscaldamento globale.
Produrre in modo innovativo
Durante il recente COP21 di Parigi, le associazioni del biologico (AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e FederBio – Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica) hanno denunciato il forte impatto che l’agricoltura intensiva ha giocato nei decenni passati, evidenziando la necessità di promuovere e adottare sempre più un metodo di produzione innovativo e al tempo stesso rispettoso dell’ambiente, in tutte le sue declinazioni.
“Come abbiamo già dimostrato con la Carta del Bio a EXPO 2015, il modello agricolo e alimentare biologico è la risposta più efficace alle sfide del futuro in quanto capace di conciliare la tutela dell’ambiente, la salute e la nutrizione adeguata della popolazione con un’economia rurale equa e migliore” sottolinea Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio.
“I terreni biodinamici assorbono almeno il 15% in più di carbonio organico rispetto a quelli coltivati con l’agricoltura convenzionale. Si tratta di un vero e proprio servizio che viene fornito al contrasto dei cambiamenti climatici” afferma Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica.
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