Se qualcuno di voi dovesse disegnare un gatto, aldilà delle diverse abilità artistiche, siamo certi che il gatto esibirebbe splendidi baffoni che abitualmente chiamiamo vibrisse.
Non si tratta di semplici baffi, ma di veri e propri organi sensoriali capaci di garantire ai felini di accrescere le proprie percezioni sensoriali durante le battute di caccia notturna o in condizioni di limitata visibilità.
Quello che pochi sanno è che anche i gufi hanno le vibrisse, proprio come i gatti.
Si tratta ovviamente di filopiume modificate e non di peli, peraltro entrambi gli elementi sono composti da cheratina (la sostanza che costituisce penne e peli). Le vibrisse nei gufi sono presenti attorno al becco e svolgono la stessa funzione di quelle dei gatti.
Quando la notte diventa padrona della scena i gufi devono incrementare le loro capacità sensoriali e in quel momento le vibrisse sono fondamentali per fornire le prede ai nidiacei dei gufi, per controllare le vittime degli artigli di questi rapaci.
Invero, tra gatti e gufi è nata una vera e profonda convergenza evolutiva che trova spazio in diversi aspetti morfologici, come gli artigli presenti in entrambi gli animali. Oppure gli occhi in posizione frontale (tipici nei mammiferi, ma insoliti negli uccelli), nonché l’abilità di visione notturna e le potenti capacità uditive che consentono loro abilità predatorie, nell’oscurità, davvero uniche e quasi esclusive.
Anche queste magiche riflessioni naturalistiche e convergenze evolutive saranno protagoniste al Festival dei Gatti (24 – 25 settembre a Grazzano Visconti, Pc). www.festivaldeigatti.com