Secondo le statistiche pubblicate dalla FAO, la produzione mondiale di legno è in crescita spinta dalla richiesta del settore edilizio in ripresa e dei produttori di biocarburanti. I dati definitivi (del 2015) certificano per il sesto anno consecutivo l’incremento produttivo di tutte le tipologie di legname (seppure con una leggera flessione dei valori economici degli scambi) la crescita – dall’1 all’8% a seconda delle aree geografiche – è stata spinta soprattutto dall’Asia, dalla ripresa del mercato immobiliare in Nord America e dai nuovi target di bioenergia fissati dagli accordi internazionali sul clima.
Allo stesso tempo, il calo dei prezzi ha fatto scendere da 267 a 236 miliardi di dollari il valore del legno e della carta venduti nel mondo nel 2015 rispetto all’anno precedente.
Dove c’è la ripresa
Il settore edilizio si è dimostrato più in salute nell’Asia del Pacifico e in Nord America, mentre l’impennata della produzione di pellets ha risposto alla richiesta europea di biocombustibili, cresciuta di dieci volte negli ultimi dieci anni (ha raggiunto i 28 milioni di tonnellate, + 8% rispetto al 2014 e + 47% rispetto al 2012).
Tra i maggiori esportatori di pellets, gli Stati balcanici (Estonia, Lettonia e Lituania) che hanno superato Germania e Canada, diventando i secondi produttori mondiali dopo gli Stati Uniti.
Gran Bretagna, Danimarca e Italia, invece, sono i principali Paesi importatori, che da soli sommano l’80% dell’import.
Costruzioni ecosostenibili in crescita
Per la prima volta la FAO ha anche introdotto nel suo annuale report le statistiche sui pannelli di legno per costruzione, che hanno segnato un incremento nel 2015 del 7%. Si tratta del maggiore segnale di crescita dopo la crisi del 2007, un indicatore di come il mercato delle abitazioni sia in ripresa e della maggiore attenzione verso tipologie di abitazione più ecosostenibili.
La richiesta di questo materiale è maggiore, infatti, rispetto alle statistiche generali dell’edilizia in Europa, compresa la Federazione Russa.
«La rapida crescita di produzione e commercio di questi nuovi prodotti per costruzione indica che l’industria del legno si sta adattando velocemente ai cambiamenti e ha un grande potenziale per ricoprire un ruolo chiave nelle bioeconomie emergenti. L’utilizzo di moderni materiali basati sul legno può contribuire a ridurre le emissioni di CO2» ha dichiarato Mats Nordberg, FAO Senior Forestry Officer.
I dati raccolti dalla FAO sulla produzione e il commercio del legno costituiscono uno strumento essenziale per misurare i progressi verso gli obiettivi stabiliti dalla COP21 di Parigi e dalla Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Una corretta gestione del patrimonio forestale, infatti, può contribuire a mitigare l’effetto serra.
Digitale inesorabile…
La crisi dell’editoria cartacea indotta dallo sviluppo dei media digitali si riflette, invece, nel calo della richiesta di carta (-1,9%) che ha raggiunto il suo livello minimo dal 1999.
Questo fenomeno è stato particolarmente significativo in Europa e in Nord America, che già avevano manifestato la tendenza negli anni precedenti; ma ora sta toccando anche altre aree del mondo.
La carta riciclata copre oltre la metà del fabbisogno (55%) di fibre usate per la produzione. Questo significa un incremento del riciclo del 4% dal 2013 e del 54% dal 2000. Un plauso alle buone pratiche del settore è il dato riferito al 1980 +337% di carta riciclata!
Oltre 100 anni di dati sulla produzione di legno
Il FAO Yearbook è pubblicato ogni anno dal 1947. Le statistiche sulla produzione di legno dal 1961 in poi sono anche fruibili in un formato nuovo e user-friendly nel database “FAOSTAT”. Inoltre, per la prima volta, sono anche disponibili online i dati della produzione e commercio di legno in Europa e Nord America dal 1913 a seguire.
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