Colpevoli di mangiare troppo pesce e, dunque, di entrare in diretta concorrenza con i pescatori: è questa, secondo l’Austria, la colpa delle lontre. Per questa ragione, il Governo ha dato il via libera a un piano di abbattimenti per cercare di arginare il fenomeno. Complessivamente, i cacciatori saranno autorizzati a uccidere una quarantina di animali.
«È una scelta immotivata, presa per dare soddisfazione all’irritazione dei pescatori. Gli abbattimenti vanno a colpire una popolazione ancora bassa e rischiano di avere serie ripercussioni durante il periodo riproduttivo», ha commentato il WWF in una nota, annunciando anche il lancio di una petizione per dire no alle uccisioni.
L’intervento del Governo austriaco rischia, infatti, di avere un effetto a cascata, compromettendo la salute delle popolazioni del mustelide che abitano gli stati confinanti.
A fianco della lontra è scesa in campo anche l’IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Già, perché questo animale è stato a lungo minacciato e solo di recente – grazie anche agli interventi dell’Unione Europea – ha ricominciato a ripopolare i fiumi del Vecchio Continente.
Sull’orlo dell’estinzione
Il destino della lontra è legato a doppio filo a quello degli habitat acquatici in cui essa vive. Minacciata dall’espansione antropica e dalla caccia, la lontra, negli anni ’80, ha rischiato l’estinzione. Questa sentinella dei fiumi è stata a lungo considerata specie invasiva e, quindi, pesantemente attaccata.
Ad oggi, si stima che la popolazione di lontra stanziata sul territorio del nostro Paese conti 500-600 individui. Lo stato di salute della lontra è particolarmente buono in Meridione, con segnali positivi che arrivano dai fiumi abruzzesi e molisani. Anche in Trentino e in Friuli Venezia Giulia, negli ultimi anni, si è assistito al ritorno di questo animale.