Le case automobilistiche, i giganti della tecnologia e dell’informatica, i big player della Rete stanno tutti investendo milioni di dollari nella ricerca per produrre l’auto che viaggia autonomamente, cioè senza la guida attiva del conducente. Ma ci si chiede quale sia l’obiettivo, lo scopo, il beneficio finale di questa innovazione rivoluzionaria.
L’Università del Michigan ha finanziato con 20 milioni di dollari la realizzazione all’interno del campus di un’area di circa 13 ettari, battezzata “Mcity” dove potranno circolare, accelerando e rallentando, fermandosi agli incroci ed evitando alberi e marciapiedi, le auto senza pilota in corso di sviluppo. Un ambiente controllato a disposizione dei ricercatori, che servirà per testare i prodotti che, in un futuro stimato attorno al 2025, saranno commercializzati al pubblico. Ford, General Motors, Honda e Toyota sono tra le Case automobilistiche che partecipano al progetto Mcity e che testeranno in quest’area le loro vetture autonome prima di portarle sulle strade aperte al traffico.
Ma nella corsa alla realizzazione dell’auto senza pilota, i colossi della tecnologia potrebbero battere sul tempo le Case automobilistiche. Google al momento è quella più avanti con i prototipi e pare che abbia investito finora 60 milioni di dollari nel progetto.
Il “green appeal”
Un simile investimento non è giustificato solo dall’appeal che potrebbe avere sul pubblico una specie di Batmobile futuribile. Gli analisti pensano che questi veicoli autonomi potrebbero molto verosimilmente avere efficienza e benefici ambientali che spiegherebbero l’interesse di aziende come Google, Tesla e Apple, pronte a saltare sul carro della mobilità a basse emissioni senza pilota.
Mark Bünger della Lux Research (una società di consulenza indipendente sulle tecnologie emergenti) pensa che uno dei maggiori benefici deriverà dall’avere meno auto in strada, quindi riducendo in proporzione le emissioni. “Le auto passano il 95% del loro tempo ferme. Se le auto fossero autonome, esse potrebbero fare alcune attività, come trasportare altre persone in altri posti, consegnare merci, mentre non vengono usate dai loro proprietari”. Una specie di car sharing universale. Secondo Bünger, questo ridurrebbe al 20% dell’attuale il bisogno di auto.
Un altro vantaggio deriverebbe dalla riduzione dei consumi: meno ingorghi e un traffico più fluido grazie a una guida più “razionale”, meno frenate improvvise, meno incidenti. E una guida “computerizzata” può far risparmiare dal 5 al 10% di carburante sui percorsi autostradali.
A braccetto con l’elettrico
Sebbene non sia scontata l’equivalenza autonoma-elettrica, è un dato di fatto che l’introduzione della auto senza pilota incrementerà il parco delle auto elettriche. Sono, infatti, i produttori di veicoli elettrici i più determinati nella ricerca in tema di autoguida, a partire da Tesla o dalle cinesi SAIC and BAIC. Quest’ultima ha investito 100 milioni di dollari nella start-up americana Atieva, del settore batterie, ma sta usando questa società anche per ingaggiare ingegneri da mettere sul suo progetto di auto senza pilota, sottraendoli a Volkswagen e ad altre Case automobilistiche.
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