Gruppo nove – cani da compagnia
Il Barbone, cane di origine presumibilmente francese, deve il suo nome alla razza “progenitrice”: Il Barbet, dalla quale ha ereditato la passione per l’acqua.
Le prime tracce di questa razza risalgono al tardo medioevo, dove lo vediamo inserito in alcuni contesti nobiliari. Tutta via è a cavallo del XVII e XVIII secolo che il Barbone subisce un notevole incremento di notorietà, grazie soprattutto all’amore per questi cani dimostrata da Luigi XV.
La passione del re per questa razza, scatenò una vero e propria moda fra tutti i nobili del tempo.
La passione per questa razza derivava soprattutto dalla grandissima abilità di cacciatore, sia su terreno che in acqua. Veniva inoltre apprezzato particolarmente dalle nobildonne, le quali ammiravano la grande affettività e fedeltà di questo cane.
Con il passare del tempo la popolarità della razza ebbe un ulteriore incremento, Napoleone stesso ebbe come cane prediletto un barbone di nome Mustache.
All’oggi la selezione ha spinto maggiormente verso il lato “da compagnia” di questa razza, tuttavia le capacità natatorie e la grande predisposizione alla collaborazione rimangono intatte.
Aspetto
Nel complesso è un cane armonico, con un corpo ben proporzionato e dal tronco leggermente più lungo in confronto all’altezza. La misura della circonferenza del torace deve essere superiore di almeno 10cm in confronto all’altezza.
Gli arti sono in appiombo perfetto, dritti e relativamente muscolosi.
La testa è ben definita, non deve risultare massiccia ma nemmeno troppo fine. La coda è attaccata alta e portata obliqua.
Il pelo è ricciuto e piuttosto fitto, assente il sotto-pelo. Il Barbone è in assoluto il cane dalla minor perdita di pelo.
Le varietà di questa razza sono ben quattro, a loro volta suddivise per colore del manto:
Barbone grande: 45-60cm
Barbone medio: 35-45cm
Barbone nano: 28-35cm
Barbone toy: 25-26cm
Ciascuna di queste categorie ammette i seguenti colori: nero, bianco, grigio, marrone e albicocca.
Carattere e attitudini del Barbone
Il barbone (di qualunque mole), può essere in definitiva descritto come “il cane da compagnia per eccellenza”. Simpatico, sempre pronto allo scherzo, al gioco e con un grande senso di attaccamento (difficilmente morboso) verso il proprietario. Mai aggressivo nei confronti degli umani, accoglie con gioia (o, se va male, con moderato riserbo) tutti gli estranei.
Molto paziente con i bambini, che tuttavia devono sapere come approcciare un cane.
Tende ad essere socievole anche con altri cani, facendosi tuttavia rispettare in caso di “scontro”.
Vista la grande popolarità di questa razza, il pericolo del mal-allevamento è sempre dietro l’angolo. È bene scegliere di adottare il nostro barbone in un allevamento serio, dedicato e mosso da passione. Eviteremo così di finanziare un giro di allevamenti al limite del malavitoso e ai quali poco importa del cane.
Va inoltre detto che il termine “cane da compagnia” non va assolutamente scambiata con “cane che lo metti sul divano e te ne dimentichi”!
Questa razza nasce infatti come cane da caccia, e vista la sua grande capacità collaborativa, sarebbe un grande spreco non condividere con lui momenti di vero e proprio sport.
Il barbone è in grado di gestire al meglio qualunque tipo di attività vorremo proporgli, dall’agility, alla obedience, disc-dog e chi più ne ha più ne metta!
Altra peculiarità di questo cane è la grandissima propensione al nuoto, portatelo nei pressi di uno specchio d’acqua qualsiasi e lo vedrete illuminarsi di gioia! Successivamente lo vedrete fradicio dalla testa alle zampe con uno sguardo beato.
Curiosità: la tipica “acconciatura” del barbone, che prevede una rasatura nella parte posteriore del corpo, veniva praticata già in tempi antichi. La funzione era quella di aiutare il cane nel nuoto. Lasciando libera la parte posteriore veniva infatti aiutata la spinta natatoria, oltre a evitare che il pelo si incastrasse nelle alghe. La parte anteriore veniva invece lasciata lunga in modo da proteggerlo dal freddo e da eventuali graffi. Anche il nastrino applicato in fondo alla coda serviva al proprietario per non perdere di vista il cane.
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