È ufficiale, siamo entrati nel mondo a oltre 400 ppm. La nostra specie ha bruciato abbastanza combustibili fossili da spingere la CO2 a 400 parti per milione nell’atmosfera, e anche oltre.
Per 200 mila anni siamo vissuti in un pianeta la cui atmosfera oscillava fra 170 e 280 ppm, poi boom! Oggi le concentrazioni aumentano di più di due ppm l’anno, in barba a tutti gli accordi.
E non è finita, perché centrali a carbone e impianti di riscaldamento in tutto il mondo seguitano a sbuffare CO2 nell’aria, insieme con un miliardo e più di automobili. Entro la fine del secolo avremo vomitato tanta CO2 da aumentarne le concentrazioni fino a 550, forse 600 ppm, nonostante l’obiettivo di fermarsi a 450, valore che si ritiene, senza certezze, necessario per restare entro un aumento della temperatura non superiore a 2 gradi.
L’agenzia dell’Onu Omm (Organizzazione meteorologica mondiale) ha dichiarato che siamo entrati in una nuova era per il clima, l’antropocene. Il 2015 è stato il primo anno in cui le concentrazioni di CO2 sono rimaste su base media sopra 400 ppm. E non scenderanno sotto questo livello per generazioni.
Siamo lanciati verso il baratro con il piede pigiato sull’acceleratore. E non è una metafora.
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