I laghi italiani non godono di buona salute. A dirlo è il report Goletta dei laghi 2016, presentato da Legambiente.
L’analisi ha preso in considerazione 12 laghi: i bacini del Sebino, Lario, Verbano, Ceresio e Benaco, Caterno, Albano, Bracciano, Bolsena, Vico, Trasimeno e Piediluco. I punti campionati sono stati 101, per un totale di 200 campioni raccolti.
Problemi coi depuratori
Dei 101 punti monitorati, ben 39 sono risultati fortemente inquinati, 12 inquinati e i restanti sono rientrati nei limiti di legge.
Il 50% dei campioni analizzati ha mostrato la presenza oltre il limite di batteri fecali, indice di impianti di depurazione inefficienti.
L’associazione tiene a precisare che il campionamento effettuato non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità. Ha, invece, l’obiettivo di individuare e denunciare gli scarichi non depurati che ancora oggi minacciano l’ecosistema lacustre e – non di rado – anche la stessa balneazione.
Come ha sottolineato il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti, i ritardi dell’Italia nei sistemi di depurazione sono costati, dal 1 gennaio 2016, già 500 milioni di euro e questo per via delle due sentenze di condanna stabilite dall’Europa.
Allarme microplastiche nei laghi
Oltre all’inquinamento derivato dagli scarichi, la Goletta dei laghi ha riscontrato un altro problema che inizia a riguardare i bacini: quello relativo all’aumento della presenza di microplastiche. Un’evidenza che, purtroppo, conferma tutti i dati di Legambiente, secondo cui la plastica rappresenterebbe l’80-90% di tutti i rifiuti presenti in mare.
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