Sono passati quasi cinquecento anni da quel 2 maggio del 1519 in cui Leonardo da Vinci fu consegnato definitivamente all’eternità, ma i misteri sul suo lavoro sono ancora più vivi che mai.
La scienza tuttavia (come sempre) corre in aiuto di chi sta cercando risposte, e in questo caso sono risposte più che mai importanti perché stiamo parlando de “La domanda”: dov’è il paesaggio della Gioconda?
Una questione particolarmente dibattuta per due motivi, il primo è che sicuramente Leonardo non amava fare le cose semplici, il secondo invece è un motivo meno nobile ma non meno efficace: a chi non piacerebbe scoprire dov’è ambientato il dipinto più famoso di tutti?
Ed è così che le teorie si sono moltiplicate, un po’ per desiderio di paternità del paesaggio, un po’ per sano e lodevole contributo al mistero.
A parte quelli che sostengono che sia un paesaggio di fantasia, storicamente si è sempre pensato che sullo sfondo della Gioconda ci fosse uno scorcio del Valdarno, in una zona nei dintorni di Arezzo. L’indizio più importante è il ponte che si vede sulla destra, che secondo questa teoria è Ponte Buriano.
La zona, di passaggio fra Firenze e Roma, era sicuramente nota a Leonardo, e ci sono altri elementi che la ricollegano allo sfondo della Gioconda i quali tuttavia non sembrano costituire prove totalmente convincenti. Logicamente in linea con questa interpretazione c’è l’identità storica della donna ritratta, comunemente riconosciuta in “Monna” Lisa Gherardini , dama Fiorentina sposa di Francesco del Giocondo.
L’ipotesi cronologicamente più recente vedrebbe invece la misteriosa donna essere Bianca Giovanna Sforza, dama milanese figlia di Ludovico il Moro ritratta in un paesaggio in prossimità di Bobbio, in provincia di Piacenza. Questa teoria, ripresa anche da diverse testate nazionali, è sostenuta da uno studio basato su modelli 3D, che non appare scientificamente inattaccabile.
Inoltre va in contrasto con la recente attribuzione, da parte dello storico Roberto Zapperi, dell’identità della Gioconda, riconosciuta in una nobildonna Urbinate amante di Giuliano de’ Medici, Pacifica Brandani.
Questa “nuova” identità della ormai ex Monna Lisa, si sposa perfettamente con la teoria di due ricercatrici, la Geologa Olivia Nesci e la storica del paesaggio Rosetta Borchia, che riconoscono nello sfondo il territorio del ducato di Urbino, il Montefeltro.
In un lavoro culminato con la pubblicazione del libro “Codice P.” le due studiose hanno utilizzato dati geomorfologici, topografici e storici per ricostruire il paesaggio e le dinamiche che possono averlo modificato ai nostri occhi, rispetto a quello che vedeva Leonardo agli inizi del ‘500.
In realtà nel piccolo sfondo della Gioconda, sarebbe incluso un panorama vastissimo che comprende tutto il territorio del Montefeltro, e che Leonardo ha potuto rappresentare grazie a tecniche di compressione prospettica. In questo modo si spiegherebbe anche quella che sembra mancanza di realismo nelle proporzioni fra le varie parti dello sfondo.
Come si può vedere nell’analisi approfondita pubblicata sul sito delle due ricercatrici, anche se l’associazione non è immediata sono davvero molti gli elementi che coincidono.
Illustrazione: Silvia Venturi
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