Ogni sera porto il mio cane a fare un giro lungo i marciapiedi dell’isolato e dopo la passeggiata ci fermiamo un’altra mezz’oretta al parchetto così lui, scodinzolante al massimo, si diverte a rincorrere la palla. Sono io che impongo l’orario e dopo 30 minuti circa gli faccio cenno che è ora di tornare a casa. Se fosse per lui potremmo rimanere lì ore ed ore. A volte mi chiedo dove trova tutte queste energie. E’ un abitudine che ci siamo “presi” entrambi. Lui si diverte come un pazzo, io mi rilasso e stacco dopo una giornata lavorativa. Almeno ci provo a staccare perché le telefonate dei parenti, conoscenti e amici – che sono anche proprietari di animali di qualsiasi specie o razza – sono sempre in agguato.
Mentre sto per lanciare la palla al mio cane sento suonare il telefono. Mi fermo per vedere chi chiama e il mio cane, trepidante e in adorazione per la pallina, mi abbaia come per dire “muoviti e tira, sono qua”.
Guardo il display illuminato dell’Iphone e vedo che è mio zio che chiama. Piccola premessa: il fratello di mio padre è il classico uomo di campagna, tutto fare e molto pragmatico. A volte un po’ grezzo, ma con un cuore d’oro massiccio. Da diversi anni, insieme a mia zia, hanno un cane, Zagor, un setter irlandese.
“Pronto, ciao zio. Come va? Dimmi, hai bisogno?” chiedo io. “Veterinario ascolta, Zagor ha fatto la cacca molle oggi”. “Ma quante volte? Ha anche vomitato? Non è che ha mangiato qualcosa di strano?” rispondo io raccogliendo da terra la pallina che il mio cane aveva già riportato ai miei piedi. “Aspetta che chiedo a tua zia” mi dice. Mentre rimango in attesa che mio zio mi dia una risposta, sento la voce di mia zia: “Zagor preferisce il cono o la coppetta?”. Io esterrefatto replico immediatamente “Zio ma sei matto? Non starai mica dando il gelato al cane?!” E mio zio, in tono serafico mi risponde “Tranquillo Stefano, so che il cioccolato fa male, me lo avrai detto un milione di volte. Infatti tua zia ha scelto i gusti alla frutta che gli fanno bene”.
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