A fine gennaio i delegati delle Nazioni Unite, a New York, hanno fatto un significativo passo avanti per la difesa dell’ambiente oceanico. I rappresentanti dei governi hanno raggiunto un accordo per avviare lo studio di norme stringenti e obbligatorie per la conservazione e l’utilizzo sostenibile della biodiversità marina, anche al di fuori delle acque nazionali.
A partire dal 2016 s’insedierà una formale Commissione preparatoria per delineare le linee guida di un trattato sotto la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare (UNCLOS). È previsto che l’Assemblea Generale deliberi sulle norme entro settembre 2018. Tra i campi d’intervento interessati, ci sono la pesca d’altura, i traffici marittimi e le perforazioni sottomarine. Si intravede, però, un limite sull’efficacia del trattato: per superare la diffidenza dei Paesi con forte attività di pesca d’altura, è stato assicurato che il nuovo trattato non interferirà con la validità degli accordi internazionali già esistenti sulla pesca.
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