Negli Stati uniti il film di animazione “Finding Dory”, sequel del celebre “Alla ricerca di Nemo”, ha fatto registrare record di incassi al box office. La pellicola, prodotta dalla Pixar, attesa in Italia per il prossimo mese di settembre, ha incassato oltre 136 milioni di dollari durante il primo week end di uscita nelle sale.
Un successo che, però, rischia di costare caro ai pesci chirurgo (Paracanthurus hepatus), specie a cui appartiene proprio Dory, la protagonista del film.
La richiesta di questi esemplari, infatti, ha subìto una vera e propria impennata a seguito dell’uscita del film di animazione.
L’allarme arriva dalle associazioni Humane Society of the United States, Human Society International, Center for Biological Diversity e For the Fishes. Secondo loro, l’intensificarsi della richiesta di Paracanthurus hepatus potrebbe avere pesanti ripercussioni sull’ecosistema marino e sulla sopravvivenza della specie.
Il pesce chirurgo, infatti, non può essere allevato in vasca, ma deve necessariamente venire catturato nei reef in cui vive. Un animale delicato, con esigenze particolari, a cui solo gli acquariofili più esperti sanno garantire le giuste cure.
Non è la prima volta però che l’effetto emulazione ricade sugli animali. A seguito dell’uscita nelle sale della pellicola “Alla ricerca di Nemo” i pesci pagliaccio (Amphiprion ocellaris) divennero particolarmente richiesti e alla moda. Solo negli Stati Uniti, nel 2003, furono oltre un milione gli animali venduti, in questo caso tutti provenienti da allevamenti.
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