Il grande pubblico ha imparato a conoscerlo come protagonista di documentari e autore di libri che parlano di natura in modo spensierato e coinvolgente, primo fra tutti il bestseller “La mia famiglia e altri animali”, eppure i meriti di Gerald Durrell non si limitano al suo talento come divulgatore.
La grande capacità del naturalista inglese nel narrare della sua passione per gli animali non era nata per caso: i primi anni della sua carriera lo avevano visto lavorare come assistente nel Whipsnade Zoo, in Inghilterra. Alcune spedizioni in Africa alla ricerca di animali da rivendere negli zoo, ad esempio il viaggio in Camerun poi raccontato nel divertente “Coccodrilli, danze e tamburi”, affinarono queste conoscenze. Dall’esperienza pratica nel maneggiare e sviluppare un sesto senso per quello che era gradito o meno dagli animali in cattività si sviluppò in lui una sorta di “pollice verde” (come lo avrebbe definito il grande David Attenborough), un talento unico nel creare ambienti particolarmente accoglienti e adatti a stemperare le difficoltà della vita dietro le sbarre.
Il Durrell Wildlife Park, originariamente chiamato Jersey Zoo e fondato da Gerald Durrell sull’omonima isola di Jersey nel 1959, divenne con gli anni la prova lampante di questa dedizione. Gli spazi dedicati agli animali erano grandi o comunque adatti alle loro necessità; spesso erano presenti attività all’interno dei recinti per distrarre gli animali e abbassare il loro stress, e anche la più piccola attenzione dello staff era dedicata a ridurre al minimo il disagio dovuto alla prigionia.
Oggi il Durrell Wildlife Park è un riferimento a livello mondiale per quanto riguarda il welfare degli animali in cattività. Vengono portati avanti progetti di recupero di animali in via di estinzione per poi permettere una loro reintroduzione in natura. Inoltre vengono tenuti corsi di formazione e aggiornamento sulla conservazione della natura e delle specie in via di estinzione.
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