Pochi giorni fa sono finalmente riuscito a guardare Virunga, un bellissimo documentario (candidato all’Oscar 2015) che racconta dell’omonimo parco, e degli incredibili ostacoli nella salvaguardia dei gorilla di montagna.
Enormi interessi economici mettono a repentaglio questa specie di cui restano in tutto il mondo circa 800 esemplari. Negli ultimi anni, però, si è registrato un incremento degli individui che lascia ben sperare.
Il motore di questa rinascita è senza dubbio il turismo, che è diventato una vera (e potenzialmente inesauribile) alternativa allo sfruttamento delle risorse naturali.
Esiste un gruppo di scienziati italiani che organizzano ormai da diversi anni viaggi nei monti dell’Uganda proprio per vedere i leggendari gorilla di montagna, sono i biologi di Biosfera Itinerari.
«Appoggiandoci a micro imprese e guide locali limitiamo al massimo la dispersione delle risorse e facciamo sì che il denaro arrivi direttamente nei luoghi dove la conservazione della natura è necessaria» dice Davide Palumbo, biologo e co-fondatore del progetto.
I gorilla di montagna sono stati – e sono tuttora – fortemente minacciati da organizzazioni che vorrebbero sfruttare le presunte risorse minerarie del loro areale. Le condizioni di povertà di quelle zone dell’Africa rendono i governi e parte delle popolazioni locali facilmente conquistabili anche con la sola idea di poter avere una fetta dei guadagni.
In un contesto del genere è fondamentale capire che l’incredibile biodiversità di quei luoghi è una risorsa reale e una via assolutamente concreta per migliorare la qualità della vita delle popolazioni locali.
Il flusso di naturalisti e appassionati che si muovono per vedere i gorilla – ormai diventato importante e favorito dalle istituzioni – sta innescando diverse altre iniziative di conservazione che nascono “dal basso”. Durante il viaggio organizzato da Biosfera Itinerari, ad esempio, è possibile osservare il becco a scarpa nella palude di Mabamba, dove i pescatori stessi, un tempo antagonisti, hanno imparato ad accompagnare fotografi e birdwatchers ricavando soldi e, di fatto, stabilendo un’area “sicura” per la specie.
Tutti i dettagli per viaggiare con i biologi di Biosfera Itinerari in Uganda e in molte altre mete potete trovarli sul sito di Biosfera Itinerari.
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