E’ uno dei quadri più famosi di Vincent Van Gogh, la Notte stellata. Ora un gruppo di scienziati rivela un particolare su cui mai nessuno s’era soffermato: la grande spirale del quadro, finora imputata all’esacerbazione di un suo malessere, rappresenterebbe un’entità cosmica ben precisa, la galassia M51.
Ma come sarebbe arrivato a questo risultato il grande pittore? Gli studiosi rivelano che l’imponente ammasso stellare venne identificato per la prima volta nel 1773 dall’astronomo Charles Messier. Dopo di lui fu la volta di William Parsons, conte di Rosse, appassionato di astronomia e dotato di un telescopio potente, che verificò la complessità della galassia, direttamente collegata a un’altra “entità”, più piccola, battezzata M51B.
Ne fece vari disegni che circolarono con successo e finirono in un libro che probabilmente consultò lo stesso Van Gogh. «Siamo convinti che la famosa “Notte stellata” sia frutto di questa consapevolezza da parte del pittore», dice Michael Benson, artista e fotografo statunitense, autore del libro “Cosmigraphics”. «Potrebbe avere visto i disegni a Parigi o nel manicomio in cui era ricoverato».
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com