Per il menù delle feste tre italiani su quattro sceglieranno portate a base di pesce. Un dato significativo, che mostra come il consumo di prodotti ittici sia in aumento del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il nostro Paese, inoltre, è tra i primi 5 consumatori mondiali di pescato – preceduto in Europa solo da Francia e Spagna – con una media annua pro capite di oltre 20 chilogrammi.
Ma se è vero che in Mediterraneo oltre il 90% degli stock ittici è in regime di sovrasfruttamento, da dove arriva il pesce che finisce sui banchi delle pescherie? L’85% viene importato e questo riguarda anche l’Italia, dove delle 1.200.000 tonnellate consumate ogni anno ben 900.000 provengono soprattutto da aree del mondo in via di sviluppo, come l’Oceano Pacifico, Oceano Indiano ed Atlantico meridionale. E così sulle tavole degli italiani finiscono cozze cilene, calamari argentini, gamberi tropicali, gamberetti boreali, naselli senegalesi, pesci gatto vietnamiti e merluzzi dell’Alaska.
Consumo consapevole
Se però vogliamo mettere nel piatto il pescato dei nostri mari, basteranno pochi accorgimenti per rendere più sostenibili i pranzi e i cenoni natalizi. Una buona alternativa alla sovrasfruttata spigola, per esempio, la offre il muggine, che inizia ad essere protagonista delle ricette “stellate”.
«La maggior parte dei consumatori non è consapevole dell’impatto delle proprie decisioni di acquisti e neppure dei benefici che un consumo di pesce sostenibile apporterebbe agli ecosistemi marini e alle comunità che dipendono dalla pesca – ha detto al riguardo Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia –. Il consumatore con pochi e semplici accorgimenti può realmente fare la differenza». Tra i consigli da seguire c’è quello di diversificare il consumo, scegliere pesci adulti, non inferiori a 27 cm, catturati con metodi artigianali a “miglio zero”. Via libera anche alle specie nostrane cosiddette “povere”, come il già citato muggine, lo sgombro e le alici, che rappresentano, invece, un’ottima alternativa sia in termini di sostenibilità che di prezzo. Consumare pesce straniero si può ma occhio a dove è stato pescato o se è stato allevato in modo sostenibile.
«Dobbiamo imparare a conoscere ed apprezzare nuovi sapori e fare uno sforzo di flessibilità per adattarci a consumare le specie i cui stock sono in salute evitando quelle più vulnerabili», ha aggiunto Lisa Casali, scienziata ambientale ed esperta di cucina sostenibile e da anni testimonial dell’associazione.
Le ricette e i consigli dei grandi chef
I protagonisti della grande cucina mediterranea di Croazia, Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Tunisia, Turchia hanno creato ricette utilizzando le carni di pesci meno conosciute: queste preparazioni sono state raccolte nella Seafood Guide.
Nella Guida, consultabile gratuitamente a questo indirizzo, ci sono tutti i consigli per il perfetto menù per la cena della vigilia di Natale: piatti all’insegna dei sapori internazionali e della sostenibilità dei mari.
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