Uno degli aspetti più interessanti dello studio dei fossili è la ricostruzione dei paleo-climi, cioè che clima c’era in quella determinata zona, in un certo periodo della storia della terra.
La nostra pianura padana ad esempio ha ospitato condizioni climatiche e ambienti molto diversi, ecco perché può capitare che un pensionato appassionato di fossili ritrovi una tibia di leopardo nel Po. Il ritrovamento risale a un paio di anni fa ma finalmente, grazie a uno studio pubblicato su quaternary international, è possibile affermare con certezza che quella è la tibia destra di un Leopardo (Panthera pardus) lungo circa due metri e di circa 45 chili vissuto 200.000 anni fa.
La savana padana
Sapevamo già che la pianura padana in quel periodo era una savana, lo dimostrano i numerosi fossili trovati nel letto del Po. Nei depositi alluvionali del fiume padano negli anni sono stati scoperti resti di erbivori come elefanti e rinoceronti, del tutto simili a quelli che oggi vivono in Africa, ma anche bisonti e cervi, animali di tutt’altro ambiente che testimoniano un’alternanza climatica tra periodi freddi e caldi.
In tutto ciò i fossili di predatori sono molto più rari, è del tutto normale perché la proporzione prede/predatori deve essere numericamente a favore di chi viene mangiato. La tibia di leopardo rappresenta quindi un importante tassello nella ricostruzione dell’ambiente padano di 200.000 anni fa e, visto il basso livello di erosione, è probabile che non abbia viaggiato per molti chilometri lungo il fiume. Si tratta quindi del primo ritrovamento di un grande carnivoro di quel periodo.
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