n dato su tutti: nell’Ottocento c’erano sulla Terra oltre dieci milioni di elefanti; oggi non superano le 500mila unità. Vivono fra l’Africa e l’Asia, ma sono costantemente soggetti all’azione dei bracconieri che li uccidono per ricavare avorio. Ma c’è una felice notizia: la Cina, primo paese al mondo coinvolto nel traffico di questo tipo di materiale, ha rilasciato nei giorni scorsi un importante comunicato: la chiusura del mercato nazionale dell’ avorio. Significa che da questo momento in poi i proboscidati saranno salvaguardati con maggiore oculatezza, ma sono necessari interventi collaterali per non alimentare il mercato illegale.
Uno fra questi riguarda l’atteggiamento che osserveranno i paesi confinanti con la Cina: Vietnam, Filippine e Birmania. Se anch’essi osserveranno la presa di posizione cinese si potrà auspicare un buon risultato; viceversa, se continueranno ad alimentare il mercato mantenendo alta la domanda, il rischio è che non cambi nulla. I bracconieri peraltro sono sempre in agguato e non si fanno certo scrupoli, anzi: potrebbero addirittura beneficiare di questa scelta del governo cinese aumentando i prezzi dei loro prodotti di contrabbando. Vittime elefanti di ogni età e popolazioni già allo stremo.
La notizia assume ulteriore fascino all’indomani della cinque giorni dedicata all’annuale festival degli elefanti, tenutosi a Chitwan, in Nepal. Gli animali, un centinaio in tutto, si sono resi protagonisti di concorsi di bellezza e partite a polo. Da segnalare infine la decisione presa in Botswana, in Africa, dove da quest’anno sarà vietato cavalcare gli elefanti. Insomma, per questo straordinario animale il 2017 non poteva iniziare meglio.
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