Con 154 voti a favore (i no sono stati 47 e gli astenuti 36) il provvedimento che reca nuove disposizioni in materia di aree protette ha ottenuto il via libera del Senato, passando adesso all’esame della Camera.
Il cosiddetto “ddl Parchi” è stato proposto dall’esponente del partito Democratico Massimo Caleo, che ha spiegato come il disegno di legge punti a rilanciare le aree protette e integrarle meglio nel territorio, cercando di semplificare la burocrazia e al contempo aumentare le prospettive di tutela, di sviluppo ma anche di lavoro nei parchi.
La proposta ha ottenuto il plauso anche del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ha così commentato: «Con la legge sui parchi, approvata oggi al Senato, riformiamo la governance per dare più spazio alla professionalità e alle esigenze attuali. La legge non ha solo una finalità di tutela, ma anche di sviluppo economico per i territori. I parchi devono rimanere un presidio naturalistico ma allo stesso tempo devono diventare uno strumento di promozione dell’economia locale. Ci auguriamo che la Camera approvi rapidamente il disegno di legge in via definitiva».
Cosa dice la proposta di legge sui parchi
Il ddl mira a creare una nuova governance, con un’amministrazione più snella e vicina alla comunità e ad offrire nuove possibilità per lo sviluppo e il turismo. La proposta punta anche ad aumentare i fondi, estendendo la possibilità di devolvere il proprio 5 per mille agli enti gestori.
Inoltre, il secondo articolo avanza la possibilità ai comuni delle isole minori in cui sono presenti aree protette di istituire una mini tassa fino a 2 euro per tutti i passeggeri che sbarcano sul loro territorio.
Tra i punti c’è anche la creazione di nuove aree protette sul territorio nazionale (che diventerebbero così 25). Nascerebbero quindi due nuovi parchi nazionali: quello del Matese, in Molise, e quello di Portofino, in Liguria. Infine, il ddl parchi prevede la delega per la creazione del parco interregionale del Delta del Po.
Associazioni ambientaliste contrarie
«Quella che si impone in queste ore a Palazzo Madama non è una riforma, ma una controriforma basata su una visione speculativa dei parchi attraverso le royalties, vale a dire l’imposizione del ricatto dello sfruttamento economico delle proprie stesse risorse naturali, una mercificazione dei nostri beni più preziosi – ha spiegato la Lega anti vivisezione in una nota –. ENPA e LAV sono poi assolutamente contrarie all’articolo sul cosiddetto “controllo” della fauna selvatica che espone al rischio delle fucilate tutti quegli animali che proprio nei parchi trovano il loro rifugio. Si tratta di Un enorme passo indietro, che colpisce al cuore l’essenza stessa della Legge 394».
Forte contrarietà è stata espressa anche dalla Lipu: «La riforma ha molti punti critici – ha spiegato la Lega nazionale protezione uccelli –. Non vengono definiti strumenti di partecipazione dei cittadini né la previsione di comitati scientifici. Questa norma, attraverso la “gestione faunistica” acuirà le pressioni del mondo venatorio e non verranno vietate le esercitazioni militari nei parchi e nei siti Natura 2000».
Diciassette associazioni hanno chiesto al Senato che venga modificata la proposta di legge.
Ecco quali sono: Ambiente e Lavoro, Marevivo, SIGEA, WWF Italia, LAV – Lega Antivivisezione, Legambiente, AIIG – Associazione Insegnanti di Geografia, Club Alpino Italiano, Greenpeace Italia, Centro Turistico Studentesco, Ente Nazionale Protezione Animali, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra, Pro Natura, Lipu-BirdLife Italia e Mountain Wilderness.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com
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