C’è il tema della deforestazione al centro della campagna lanciata negli scorsi giorni dal WWF. Sono i numeri a fotografare l’allarmante stato di salute del polmone verde del pianeta: il 40% della superficie forestale è già scomparso e oggi solo il 31% della terrà è ricoperto da foreste. Secondo il World Resource Institute ogni minuto scompare un’area verde pari a 50 campi da calcio, per un ammontare annuo di 13 milioni di ettari. Il trend non sembra migliorare, anzi. Dal 2000 ad oggi sono stati tagliati 230 milioni di ettari di foresta originale e, se non si interviene tempestivamente, altrettanti sono destinati a sparire entro il 2050.
La causa della massiccia deforestazione è meramente economica: la richiesta crescente di soia, olio di palma, carne e pelle da trasformare è il motivo primario dei processi di deforestazione. L’Unione Europea è tra i maggiori consumatori mondiali di prodotti derivati da processi di deforestazione illegale; questo significa che buona parte di quei prodotti finisce sulle nostre tavole, oppure nei nostri negozi. I numeri del giro d’affari sono importanti: secondo l’UNEP i crimini forestali alimentano un mercato stimabile intorno ai 30 – 100 miliardi di dollari l’anno.
La triste classifica
É il Brasile il paese che subisce la perdita netta maggiore di area forestale. Alle sue spalle si piazzano l’Australia e l’Indonesia. A completare la classifica dei 10 paesi maggiormente sfruttati ci sono la Nigeria, la Repubblica di Tanzania, lo Zimbawe, il Congo, la Birmania, la Bolivia e il Venezuela.
A rischio disastri e povertà
Secondo il Global Forest Watch, solo il 15% delle foreste presente sul pianeta è in buono stato e la riduzione delle foreste porta a un incremento del rischio di catastrofi naturali. Il 40% delle terre emerse è a rischio desertificazione e i dati dicono che ogni anno 12 milioni di ettari di terra fertile viene trasformata in deserto. Solo l’1% delle acque dolci è utilizzabile dall’uomo e i grandi serbatoi continentali idrici dipendono dalle aree verdi. Nel 2013 i disastri ambientali hanno causato 22 milioni di profughi e 22.600 morti. É, invece, il Giappone il paese più impegnato a proteggere le foreste: 1300 chilometri di coste sono protette dagli alberi e questo ha ridotto l’impatto del maremoto del 2011, salvando vite umane.
Info
La campagna per salvare le foreste terminerà con la giornata delle oasi, in programma il 24 maggio. Per salvare le foreste il WWF ha indetto una raccolta fondi (www.wwf.it/foreste)
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