Partiamo da una domanda: perché affrontare il tema dei call center in un quotidiano dove si parla di natura? La risposta è semplice: perché la giungla del mondo delle vendite telefoniche è disumana, quindi innaturale.
Tecnicamente credo si chiami teleselling, nella pratica quotidiana di traduce per milioni di famiglie in chiamate indesiderate a tutte le ore. Un autentico assedio. Sul telefono di casa e sul cellulare piovono telefonate dai call center per proporci ogni genere di mercanzia e per estorcerci contratti di cui il più delle volte non si fa sufficiente chiarezza su clausole e prezzi. Segno anche questo dei tempi, tempi incivili, s’intende.
In genere non sapete come hanno fatto a scovare il vostro numero. L’avete custodito con cura, vi siete ben guardati dal farlo pubblicare su inutili elenchi, eppure… Zac! Piovono le telefonate. Di sicuro avrete dovuto lasciare il vostro recapito telefonico su qualche modulo e, non si sa come, o meglio si sa, da lì è finito fra le mani degli scocciatori. Siete finiti. Rassegnatevi.
Fra i più attivi ci sono le società di telefonia, seguite a ruota da quelle energetiche. Sono capaci di chiamarvi anche tre o quattro volte nello stesso giorno. Insopportabili! In rete si trovano mille consigli su come sfuggire alla persecuzione, state tranquilli, non ne funziona neppure uno.
Per una volta, però, vorrei spostare l’attenzione da noi, poveri consumatori assediati, a loro, ovvero ai volti di chi c’è dietro quelle voci seccanti. Giovani, ma non solo, chiusi dentro stanze a vendere prodotti e servizi che neppure conoscono. Pronti a ricevere insulti, a sentirsi riattacare il telefono in faccia per decine, centinaia di volte al giorno. Ogni maledetto giorno.
Questa è la modernità! Abbiamo smesso di usare le mani, nessuno più produce nulla, siamo tutti soltanto venditori e consumatori.
Ragazzi, ragazze, anche se nessuno me l’ha chiesto vorrei darvi un consiglio: ribellatevi! Non accettate di lavorare come schiavi in un call center. Spiace doverlo dire in modo così schietto, ma non c’è nulla di dignitoso in ciò che state facendo. Fingere di riservare offerte speciali o spacciare per omaggio ciò che in realtà si paga è vile. E se proprio siete convinti della bontà e della veridicità della vostra offerta, vi domando ugualmente: perché non rispettate il nostro diritto a non essere importunati fra le mura domestiche?
Non trovate null’altro di meglio da fare? Ingegnatevi, specializzatevi oppure imparate a fare uno dei tanti mestieri che nessuno vuole più fare e di cui c’è ancora bisogno. Avete bisogno di arrotondare? Prima di compiere il passo sbagliato, domandatevi se è davvero necessario. Forse qualche piccola rinuncia sarebbe sufficiente e vi risparmierebbe dall’onta.
Dipende da voi, siete la sola speranza. Questa ignominia non avrà mai fine per volontà delle aziende. Né per intervento del Garante della Privacy, forse il più inutile fra gli enti inutili.
Ragazzi, ragazze, uscite da questo purgatorio che vi può condurre solo all’inferno. Cercate o inventatevi un vero lavoro.
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