Gli spostamenti degli uccelli nei nostri cieli non conoscono sosta. Tranne a gennaio.
Molti pensano che gli spostamenti a largo raggio degli uccelli avvengano solo durante le migrazioni autunno-primaverili. In realtà gli uccelli sono quasi sempre in movimento e sono davvero poche le settimane dell’anno in cui possiamo individuare una certa calma nei nostri cieli.
Qualche esempio
Ancora in dicembre, con l’inverno ormai alle porte, molti gruppi di svernanti scendono dalle regioni settentrionali nell’area mediterranea, soprattutto se nel Nord-Europa il tempo, sino ad allora, si era mantenuto abbastanza clemente. È il caso di molte specie di limicoli, oppure di anatre tuffatrici come morette e moriglioni, smerghi, svassi o delle più comuni folaghe, che scendono a rinforzare gli stormi già arrivati nelle settimane precedenti. Spesso, precedendo le fredde perturbazioni siberiane, arrivano anche piccoli gruppi di svernanti poco comuni, come edredoni, morette codone, gavine americane, oche colombaccio o addirittura qualche rarissimo esemplare di oche collorosso.
Quest’ultime si aggregano quasi sempre ai più comuni e numerosi branchi di oche selvatiche (foto sopra) o granaiole che in questi mesi svernano nelle zone umide italiane e nei campi coltivati adiacenti. Dal delta del Po, alle lagune venete, dalle saline di Margherita di Savoia a Orbetello è facile in questo periodo, e soprattutto a gennaio, osservare branchi di oche al pascolo. Gennaio, infatti, è forse l’unico mese dell’anno in cui gli stormi di uccelli sono quasi fermi. Il freddo, il ghiaccio e anche la caccia relegano i grandi gruppi di uccelli soprattutto nelle aree protette: non a caso è in questo periodo che a livello europeo viene svolto l’annuale censimento IWRB degli uccelli acquatici svernanti.
Tratto da La Rivista della Natura 6/2007
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