La storia di Morena sembrava essere uscita da un libro di fiabe: trovata orfana, l’orsetta era stata cresciuta dai volontari del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Una bella storia interrotta bruscamente dal ritrovamento, negli scorsi giorni, della carcassa del giovane animale.
La scoperta è stata fatta dallo staff del Parco durante un controllo ordinario. Sul posto si è recato anche il medico veterinario del Parco che, tuttavia, non ha potuto stabilire con esattezza le cause della morte per via della rapida decomposizione della carcassa, accelerata anche dalle alte temperature. Sul luogo si è recata anche la polizia giudiziaria, che ha provveduto agli accertamenti del caso.
L’animale, esemplare di orso marsicano, era stato rilasciato in natura lo scorso mese di dicembre. Costantemente monitorata dal personale del parco, Morena era riuscita a superare l’inverno, periodo particolarmente critico per i cuccioli.
Qualcosa, però, deve essere andato storto: il collare satellitare di Morena ha smesso di funzionare improvvisamente, nonostante i controlli telematici effettuati il 17 luglio non avessero fatto registrare alcuna anomalia. Il radiocollare, dunque, non ha inviato il segnale di mortalità, che avrebbe consentito di recuperare tempestivamente la carcassa.
«L’ultimo avvistamento da parte del personale del Parco risale al 15 luglio – ha spiegato l’Ente in un comunicato stampa -. Le condizioni di Morena erano buone. Nei prossimi giorni verranno effettuate ulteriori perlustrazioni della zone frequentate da Morena alla ricerca di indizi che possano essere utili a individuare le cause del decesso. La possibilità che non ce la potesse fare è sempre stata una costante di questo complesso progetto, testato per la prima volta dal Parco. Ma le diverse fasi, andate sempre bene, e le reazioni più che positive di Morena ci avevano lasciato ben sperare nel lieto fine. Pur avendo sempre messo in conto la possibilità della morte dell’orso, non possiamo fare a meno di provare un profondo senso di delusione».
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