Quasi nessuno lo vede, ma lui c’è, e lo provano i resti di carcasse animali segnati dalle sue zampate: il riferimento è un leone di montagna che s’è trasferito nel parco cittadino di Griffith, a Los Angeles, dalle vicine montagne di Santa Monica.
Zoologi e veterinari lo stanno tenendo d’occhio e ritengono che si sia perfettamente adattato alla nuova realtà ambientale, benché ogni giorno l’area verde venga presa d’assalto da numerosi turisti. Lo scorso anno è stato addirittura intravisto fra le casette di un quartiere di Hollywood. Ora gli scienziati vogliono darsi da fare per salvaguardarlo, creando i presupposti per accogliere altri esemplari della sua specie.
La National Wildlife Foundation ha da poco lanciato l’iniziativa “Save L.A. Cougars”, con lo scopo di realizzare delle aree di transito dalle zone selvatiche al parco urbano, cercando di fare evitare ai felidi le grosse superstrade che dividono i territori di origine da quelli di adozione. «E’ importante operare in questo senso perché il peggior problema per i carnivori di grossa taglia è la frammentazione del territorio», afferma Seth Riley, ecologista della National Wildlife Foundation.
P22, così è stato battezzato il leone di montagna individuato nel parco di Los Angeles, ha percorso più di trenta miglia per arrivare fino in “città”, ed è stato molto fortunato: è probabile che alcuni suoi compagni non ce l’abbiano fatta e siano stati travolti da qualche vettura. Nel nuovo areale si sente a suo agio pur avendo a disposizione solo dieci miglia quadrate, contro le tradizionali duecento miglia quadrate che di solito richiede per poter vivere comodamente.
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