La situazione, secondo i pescatori delle Eolie, è ormai diventata insostenibile: i delfini sono troppi, e questo si riflette in maniera negativa sul pescato.
I cetacei, infatti, seguirebbero le barche e mangerebbero il pesce prima che finisca nelle reti. I più colpiti, secondo quanto riferito dall’associazione di categoria, sarebbero i pescatori di totani. I numeri, in questo caso, parlano di un calo significativo del pesce pescato. Le barche ora portano a riva solo 3 chilogrammi di prodotto, contro i 25 abituali.
A detta dei pescatori, il numero di delfini alle Eolie sarebbe aumentato negli ultimi anni e questo avrebbe generato il conflitto per la conquista del cibo.
Secondo le stime quella porzione di mare ospiterebbe un centinaio di cetacei. Si tratta di una quarantina di tursiopi (Tursiops truncatus) e circa sessanta stenelle striate (Stenella coeruleoalba).
Quale soluzione
Secondo i biologi marini il calo del volume pescato non è da imputare ai delfini, ma piuttosto alla scarsità degli stock ittici.
Intanto, si cerca una soluzione. La più immediata parrebbe essere quella offerta dal Pingers, un piccolo dispositivo dal costo di un centinaio di euro. L’aggeggio va posizionato sulle barche ed è in grado di emettere ogni 4 secondi segnali da 145 decibel.
Una soluzione, questa, che dovrebbe tenere i delfini lontani dalle barche dei pescatori e placare il conflitto.
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