L’idea è folle e allo stesso tempo divertente, ecco perché quasi nessuno la sta prendendo sul serio.
Però c’è, e sollecita l’immaginario collettivo. Un gruppo di persone sta lanciando una petizione per far sì che la Sardegna passi sotto la bandiera svizzera. In questo modo diverrebbe il 27esimo cantone svizzero.
La proposta parte da un dentista di 51 anni, Andrea Caruso, che pochi giorni fa ha allestito l’ennesimo gazebo per rendere nota la sua intenzione di spingere l’opinione pubblica per lo storico passaggio di terre fra Italia e Svizzera. Spiega ai tanti curiosi che lo interpellano l’importanza di una mossa del genere, regalando spille e altri gadget con la scritta “canton marittimo” e la sovrapposizione fra la bandiera sarda e quella svizzera. «Sarebbe un grande successo», dicono in molti.
La Sardegna avrebbe la possibilità di contare sull’appoggio economico svizzero che potrebbe far decollare l’economia locale, mentre gli svizzeri potrebbero finalmente avere uno straordinario sbocco marino.
D’altra parte, insiste Caruso, la Sardegna è da sempre storicamente contesa da varie entità geografiche e la sua storia recente coincide solo con l’Unità d’Italia avvenuta nel1861. Più statica la realtà svizzera. I confini della nazione, infatti, sono tali dal Congresso di Vienna del 1815: è nato il Giura nel 1979, ma da un territorio che già esisteva ed è stato semplicemente frammentato. La separazione della Sardegna dall’Italia è da sempre un argomento caldo.
Attualmente esistono almeno una decina di partiti che spingono per la secessione da Roma, convinti che la cultura sarda, la lingua, i presupposti storico-antropologici dell’isola, non abbiano nulla a che fare con il continente.
In parte hanno ragione. La Sardegna è da sempre abitata da persone con un dna peculiare che le distingue da tutti gli altri europei.
Vari studi hanno provato che posseggono geni riconducibili a una popolazione pre-indoeuropea, concettualmente simile a quella basca. Presso l’Università di Sassari è stato appurato che i sardi presentano la maggior quantità di variazioni nel cromosoma Y di tutta l’Europa: significa che conservano caratteristiche proprie di un antichissimo popolo.
Ricerche archeologiche hanno invece provato che un tempo sull’isola si parlasse il lidio, lingua anatolica di oltre duemila anni fa. Tutto ciò si esprime attraverso aspetti genotipici e fenotipici particolari, gli stessi che consentono a molti sardi di raggiungere i cento anni, ma anche di essere vittime di molte malattie autoimmuni. Difficile dire se la proposta di Caruso andrà mai in porto, ma è certo che notizie come questa offrono l’occasione giusta per rispolverare una delle pagine più interessanti della nostra antichissima storia.
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