Per anni abbiamo temuto la loro scomparsa, con le primavere sempre più povere dei loro cinguettii e dei caratteristici nidi che formano sotto i tetti.
Ma oggi siamo ufficialmente a un’inversione di rotta: le rondini stanno tornando. I noti uccelli, emblema della migrazione e dell’arrivo della bella stagione, sono stati tenuti sotto osservazione per più di dieci anni e finalmente si può affermare che il loro numero è costante dal 2010.
Lo dice uno studio condotto presso l’Università di Milano. Se ne occupa un ecologo, Roberto Ambrosini, che gira di cascina in cascina per monitorare le condizioni degli animali. Sono state passate al setaccio 520 cascine della Lombardia, osservate 5.778 coppie di rondini e 28.922 nidi; posti come il Parco del Curone, a Montevecchia, o lungo la valle dell’Adda.
Cosa sta succedendo? Secondo gli scienziati le rondini si stanno abituando ai cambiamenti climatici e nonostante varie difficoltà e lo smog che impera costantemente sulle nostre metropoli, riescono a trovare opportuno giungere fin qui per trascorrere l’estate.
Va peraltro fatto notare che in Africa non sempre le cose vanno meglio: lo sfruttamento costante dei territori sta creando problemi a molte specie.
La riflessione, però, mal si accorda con una serie di dati accumulati in questi anni dalla Lipu (Lega italiana protezione uccelli) e dal Corpo forestale. In questo caso il riferimento è alla popolazione delle rondini su scala europea; dove si è assistito a un calo del 40% degli esemplari. Significa quindi che l’inversione di rotta potrebbe anche esserci, ma solo in determinate aree.
Probabilmente, il fenomeno è legato all’impiego dei pesticidi; laddove se ne fa un largo uso, spariscono gli insetti, e di conseguenza le rondini che senza cibo morirebbero.
Si attendono nuovi sviluppi, non è certo il caso di cantare vittoria, ma almeno la speranza che qualcosa si stia aggiustando c’è.
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