Tutta colpa di un fungo, il Batrachochytrium salamandrivorans, che sta sterminando intere popolazioni di salamandre in Europa. Ora si teme che con il commercio di specie animali selvatiche il fenomeno possa colpire anche gli Stati Uniti, determinando un drastico calo dei noti anfibi su scala mondiale.
La malattia mortale è stata identificata dagli scienziati dell’ University of Maryland e proverrebbe dall’Asia, dove gli anfibi convivono col virus da milioni di anni. I primi casi noti sono stati evidenziati in Olanda, nel 2010, dove anche l’allevamento in cattività non ha portato ad alcun risultato utile. I test condotti su 5mila anfibi provano che l’agente patogeno è letale anche per i tritoni, anch’essi riconducibili al raggruppamento tassonomico degli urodeli.
Il tasso di mortalità per tutte le specie sfiora il 100%. Gli scienziati si dicono molto preoccupati, e sollecitano anche i governi a fare qualcosa, istituendo regole più severe per il commercio di animali selvatici.
Sono infatti numerosissimi gli esemplari che fanno il giro del mondo ogni anno, per raggiungere case, acquari e zoo dove vengono trattati come “animali da compagnia”. Gli occhi sono puntati soprattutto sugli Stati Uniti, dove vivono moltissime specie di salamandre, almeno 150 delle 600 conosciute. Le prime ricerche rivelano che il fungo ha il potere di interferire con il normale funzionamento dell’epidermide degli anfibi, strettamente legata all’attività respiratoria. Si pensa che l’agente patogeno provochi quindi la morte di questi animali per asfissia.
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