E’ il più importante tempio megalitico della storia, ma da oggi potrebbe concorrere con un’altra costruzione simile individuata dai radar: una nuova Stonehenge.
E’ questo, infatti, il risultato ottenuto da un’equipe di esperti che ha studiato senza scavare le zone limitrofe al noto sito megalitico in Inghilterra, verificando che 4500 anni fa esisteva un altro complesso dedicato probabilmente al culto religioso e all’osservazione astronomica. Di cosa si tratta esattamente?
Gli archeologi stimano la presenza sotterranea di almeno novanta monoliti (le strutture cardine delle opere megalitiche) alti quattro metri. Si troverebbero a circa un metro dalla superficie e sarebbero perlopiù composti da arenaria, roccia derivante dalla compattazione della sabbia. Dopo le fotografie aeree, il lavoro è passato agli esperti di mappe digitali che hanno ricostruito in 3D quel che dovette essere questo angolo di Inghilterra nel Neolitico: un grande campo contornato da almeno duecento monoliti, a formare un recinto lungo circa cinquecento metri. Nei secoli il sito ha perso importanza e i vari “sassi” sono stati utilizzati per altri scopi, compresi quelli concernenti l’edificazione di altre strutture analoghe nell’Inghilterra del sud.
«Una scoperta straordinaria», rivela Vince Gaffney, della Bradford University, «tenuto conto del fatto che ce l’avevamo letteralmente sotto i piedi di 4mila anni. Possiamo essere certi che non ci sia nulla del genere in tutto il mondo». E’ possibile che fra Stonehenge e questo “recinto” ci fosse una continuità funzionale, ma è presto per dirlo. D’ogni modo è del tutto probabile che all’edificazione parteciparono membri della stessa popolazione legata alla più famosa cattedrale preistorica.
Pochi anni fa intorno a Stonehenge vennero fatte altre scoperte e si pensò che per molto tempo il tempio megalitico servisse da luogo di sepoltura. D’ipotesi se ne continuano a fare, e probabilmente l’ultima parola sul reale destino dell’opera non è ancora stata pronunciata.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com