I ragazzi della mia scuola hanno acquistato una conoscenza istintiva della fisionomia dell’albero.
Considero parte dell’educazione che do ai miei ragazzi permettere che essi si rendano conto di far parte di uno schema di esistenza in cui gli alberi sono un fatto sostanziale, non solo come generatori di clorofilla e assorbitori del carbonio dell’aria, ma come esseri vivi.
Naturalmente le piante dei nostri piedi sono fatte in modo da essere il mezzo migliore per stare ritti e camminare. Dal giorno in cui abbiamo cominciato a portare le scarpe abbiamo minimizzato la funzione dei nostri piedi. Col diminuire dei loro compiti essi hanno perso la loro dignità e ora si lasciano rimpiazzare da calze, ciabatte e scarpe di ogni prezzo, forma e sproporzione. È come se ci lamentassimo con Dio perché non ci ha dato zoccoli invece di estremità straordinariamente sensibili.Io non sono per il bando delle calzature anche per gli uomini, ma non esito a dire che le piante dei piedi dei bambini non devono essere private dall’educazione gratuita impartita dalla natura. Esse sono, nei nostri arti, quel che abbiamo di più adatto a conoscere intimamente la terra.
La terra possiede sottili modulazioni di contorno che essa offre solo al bacio dei suoi veri amanti, i piedi.
Per questo articolo ho pensato di mettermi da parte e lasciare unicamente Tagore a comunicarci un messaggio fondamentale: noi siamo parte della Natura, grande maestra di vita e possiamo per natura avere un ottimo rapporto con lei e di conseguenza un meraviglioso contatto con essa, a partire dal nostro corpo.
Non dobbiamo dimenticare che, come sottolinea il poeta indiano: «Il più alto grado di erudizione non sta nell’ottenere informazione, ma nel vivere in armonia con tutto l’esistente».
Rabindranath Tagore (1861-1941) è stato un vitale poeta indiano, che concentrò la sua attenzione e dedicò la sua vita poetica all’uomo, all’amore, alla Natura e alla religiosità umana. Viaggiò in molti paesi, tra cui gli Stati Uniti e l’Europa, attraverso i quali poté approfondire meglio ciò che divide e ciò che unisce il mondo Occidentale e quello Orientale.
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