All’interno dell’Unione Europea sarà vietato vendere cosmetici che nella propria formulazione contengano ingredienti per i quali sono stati effettuati test sugli animali.
È questo il verdetto espresso dalla corte di giustizia dell’Unione Europea (causa C-592/14), che ribadisce così ancora una volta la sua posizione riguardo ai test cosmetici sugli animali, vietati già dal mese di marzo del 2013.
Il caso della Gran Bretagna
L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha recentemente sollevato il caso di tre aziende appartenenti alla Efci (European Federation for Cosmetic Ingredients) – associazione europea di categoria dei produttori di ingredienti cosmetici – che avevano chiesto il nulla osta della Corte per la commercializzazione in Gran Bretagna di prodotti contenenti ingredienti testati su animali in paesi extra UE realizzati per Cina e Giappone.
La Corte di Giustizia si è pronunciata a sfavore, stabilendo il diritto dell’Unione a proteggere il mercato da prodotti contenti ingredienti sperimentati su animali. Inoltre, la Corte ha stabilito che, qualora i test su animali fossero eseguiti in paesi extra Ue per comprovare l’efficacia del prodotto, l’immissione sul mercato dell’Unione del prodotto finale potrà essere vietata.
Il diritto dell’Unione, infatti, non applica alcuna distinzione in base al Paese in cui la sperimentazione è stata effettuata; anzi, il regolamento in vigore incoraggia ad utilizzare metodi alternativi per testate la sicurezza di un determinato prodotto che non prevedano lo sfruttamento degli animali.
Soddisfazione della Lav
La Lav, la Lega italiana anti vivisezione, si è detta soddisfatta per il verdetto della corte di giustizia dell’unione Europea ribadendo però l’importanza dello standard internazionale “Stop ai test su animali”.
Questo è, infatti, l’unico disciplinare riconosciuto che prevede il controllo da parte di un ente indipendente dell’intera filiera di produzione.
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