In occasione della settimana europea sulla riduzione dei rifiuti, dedicata quest’anno alla lotta agli sprechi alimentari, si è tenuto il convegno “Stop food waste. Feed the Planet”, promosso dal ministero dell’Ambiente e dal ministero per le Politiche agricole. Durante il convegno è stata presentata la Carta di Bologna, che sarà operativa a partire da ottobre del 2015, quando verrà condivisa e sottoscritta, nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione (il 16 ottobre), dai Paesi che prenderanno parte all’Expo di Milano e che si impegneranno a rispettare gli 11 punti contenuti.
Qual è lo scopo di questa Carta? In primis c’è sicuramente quello di contrastare gli sprechi alimentari, che hanno un ruolo davvero fondamentale, da una parte per la riduzione dell’impronta ambientale della produzione agricola, dall’altra nell’assicurare un’adeguata disponibilità di cibo per tutti garantendo il rispetto dei limiti eco sistemici. La Carta si prefigge di individuare innanzitutto le metodologie di quantificazione dello spreco alimentare, le azioni comuni da intraprendere contro questo tipo di sprechi e infine le modalità di monitoraggio nel tempo dei risultati conseguiti.
Come mai si è sentita solo ora la necessità di sottoscrivere la Carta di Bologna? Una sola la risposta: i dati sullo spreco alimentare (contenuti nel rapporto Food wastage footprint 2014 curato dalla Fao) delineano uno scenario inquietante: intanto un terzo del cibo prodotto finisce sprecato ogni anno lungo la filiera alimentare e il suo valore si attesta intorno ai 2060 miliardi di Euro. Paradossalmente le persone ‘cronicamente sottonutrite’ sono 805 milioni. Pensate che lo spreco di cibo in Africa e nel Sud Est Asiatico si attesta tra i 6 e gli 11 chili l’anno, mentre in Europa e nel Nord America raggiunge i 115 chili l’anno.
Solo questi pochi dati vi fanno capire l’importanza della sottoscrizione della Carta di Bologna.
[sc:AlessiaSironi ]
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