In quanto appartenente alla famiglia degli svassi, anche il tuffetto è solito trasportare sul dorso i figlioli, anche quando al nido rimangono ancora uova da covare. I pulcini, infatti, nascono scaglionati al ritmo di uno al giorno.
In questa foto voi vedete solo la scena finale di un siparietto molto interessante a cui ho avuto modo di assistere la scorsa primavera. Ebbene, un tuffetto – non ho avuto modo di scoprirne il sesso perché i due partner sono identici –arriva al nido per un cambio di cova portandosi un pulcino sulla schiena. Salito sul nido, il genitore non trova di meglio da fare che darsi una bella scrollata alzandosi in piedi e sbattendo le ali, catapultando in acqua il figlioletto con un volo di alcuni metri. La scena è stata talmente inaspettata che non sono riuscito a cogliere l’attimo per fotografarla. Il pulcino ha raggiunto il nido nuotando perfettamente, ma non riusciva a risalire sul bordo della costruzione. Durante tutto il tempo di queste “grandi manovre” il genitore si è dimostrato completamente disinteressato del piccolo, guardandolo ogni tanto, ma voltandosi subito dalla parte opposta, come se la cosa non lo riguardasse. Solo dopo diversi tentativi il pulcino è riuscito a salire sul nido cercando immediatamente le piume del genitore per infilarsi sotto.
Cosa pensare? Che gli uccelli non provano sentimenti? Forse è davvero così. Anche se molte specie, come le anatre, difendono la propria prole cercando di attirare il predatore su di loro, le loro azioni sono dettate dagli istinti, più che dall’amore, anche se a noi umani piace pensare il contrario.
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