«Mi può portare un bicchiere di vino bianco?» chiesi al cameriere. Ero seduto a uno di quei tavolini di metallo tipici dei bar di paese. Aspettavo mio fratello che tardava come sempre, colpa probabilmente del lavoro frenetico a cui era sottoposto in quel periodo. Mentre attendevo che il mio ordine arrivasse a destinazione, mi guardai intorno, incuriosito dalla vita di quel quartiere. Dall’altra parte della strada, un signore di mezza età si accomiatava da una donna, forse la moglie. Lui entrò in un negozio di ferramenta, lei si incamminò tra la folla in direzione della metropolitana.
– Prego, ecco il suo vino.
Ero cosi assorto nell’osservare la vicenda del marito-moglie che non sentii nulla. Mi voltai di scatto e mi trovai di fronte il cameriere, che reggeva il mio bicchiere di vino bianco e mi guardava un po’ perplesso.
Dopo aver dato un sorso alla falanghina, uno dei miei vini preferiti, risposi al telefono che squillava in maniera pressante.
– Pronto, chi parla? – chiesi.
– Dottore, sono la signora del gatto castrato… – rispose una voce femminile. Riconobbi la voce, era una mia cliente che era venuta quella mattina.
– Ah sì certo, mi dica pure… tutto bene? Si è ripreso del tutto dall’anestesia? – domandai.
– Sì dottore, tutto bene anche se ho una curiosità da chiederle. Il gatto non ha più quello scroto turgido che aveva prima… adesso ha solo una massa cutanea vuota e schiacciata… ed anche rossa – mi disse la signora con un tono apprensivo.
– Signora è ovvio… non ci sono più i testicoli, il suo gatto ora è castrato! Il rosso probabilmente è una rimanenza del disinfettante… – le risposi cercando di tranquillizzarla.
– Ah, ma quindi non ha più i testicoli? Io credevo che fosse solo un cordoncino da legare, così mi avevano detto… come ha fatto mio marito due anni fa! Ma poi, dottore, non si potevano togliere senza incidere lo scroto?
Terminata la chiamata, finii in un solo sorso l’intero bicchiere di vino bianco.
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